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FRANCESCO PIETROPAOLI ARTE SACRA |
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Le opere di Francesco Pietropaoli alla Chiesa di San Mario L’opera del Prof. Francesco Pietropaoli s’inserisce in un programma vasto e diversificato che l’Arcidiocesi ha promosso, con non poche difficoltà, in un ampio arco temporale, e concluso l’8 dicembre del 2011 con la solenne consacrazione della Chiesa dedicata a San Mario Martire, eretta nel nuovo quartiere cittadino della Torretta, cofinanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il complesso parrocchiale, che oltre la Chiesa ospita i locali del ministero pastorale e la casa canonica, nel costituirsi architettura contemporanea necessitava di uno sguardo all’altezza del programma di progettazione, fatto di grandi spazi, importanti vetrature, giochi di luce, pieni e vuoti, organizzati in una scansione ritmica che sottende alla rappresentazione del Sacro nelle forme, nei materiali e nelle connotazioni iconiche cui uno spazio liturgico non può sottrarsi. Proprio in considerazione del portato di questi parametri, le opere realizzate dal Prof. Pietropaoli in legno, metallo e vetro, che ornano l’aula e la cappella feriale, veicolano una rappresentazione quanto mai nuova per una città sviluppatasi culturalmente sulle grandi architetture storiche del centro urbano e del territorio circostante, inserendosi coerentemente con l’essenzialità materica degli elementi edilizi cui si è affidata la costruzione della Chiesa, e concorrendo simbioticamente a rendere unitaria la narrazione del brano artistico nella sua complessità. La raffigurazione della Via Crucis sui grandi pannelli posti ai lati dell’aula, alla quale fa da sfondo la scultura del Risorto alle spalle dell’altare maggiore, insieme alle vetrate policrome che raffigurano la Vergine e il San Mario, non lasciano indifferente il fedele che attraverso lo spazio architettonico partecipa dell’evento mistico che ci fa Chiesa in cammino verso il Padre nella celebrazione del sacrificio eucaristico. Can. Alessandro Benzi Vicario Episcopale per i Beni Culturali |
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Francesco Pietropaoli è un buon conoscitore della materia architettonica per aver frequentato in passato studi di architettura, contribuendo con la sua naturale padronanza degli spazi e del disegno alla realizzazione di diverse architetture d’interni e non solo. Quando diversi anni fa ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla ricerca artistica, privilegiando la materia legno, che è da sempre il suo proprio dna espressivo, ha portato coerentemente nella sua originale ricerca i segni di una spazialità ben assimilata e matura. |
delle forme, ci restituiscono le profonde sensazioni del Calvario di Cristo, il cui segno iconico, la Croce, si inserisce pienamente nella fisicità legnosa della materia di cui tutta la narrazione è fatta: questi legni, spesso recuperati dall’artista, trattati con leggerezza di pialla e carteggio, a tagli essenziali, giustapposti quasi in altorilievo, dialogano coerentemente con le altre opere dell’artista; in alto infatti, sulla concavità dell’abside, si staglia il grande Cristo Risorto sul cui fondale di luce emergono le linee di forza metalliche di una figura leggera e trasparente, ma allo stesso tempo forte ed espressiva, che abbraccia l’intera aula liturgica. Architetto Leonardo Nardis |
CRISTO RISORTO |
La figura del Cristo ha le braccia aperte quasi a voler trascinare con se l’umanità verso il Cielo. Nei colori, nella luce e nelle trasparenze prodotte vi è il significato di un Cristo che con la morte e la Resurrezione, con il passaggio dalle tenebre alla luce, redime l’umanità dai peccati e vince sulla Morte. Il Cristo misura 220x390cm |
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IL TABERNACOLO |
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LE VETRATE: I SANTI MARTA E MARIO E IMMAGINE MARIANA |
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LA VIA CRUCIS |
LE STAZIONI |
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